“C’era una volta, ma parliamo dell’oggi, a Cirò, ridente cittadina di antica origine greca, un topino, forse anche lui di antico e pregiato sangue greco che, quatto quatto, lesto lesto, fiero e indomito si dilettava a girovagare per i viali del suo quartiere. Coraggioso come pochi, sicuro del suo cammino di passeggio se ne andava a visitare ora quella ora quell’altra dimora, e a deliziare i suoi spostamenti con le solite ruberie per saziare il dolce palato e il suo tenero pancino. Se ne stava tranquillo, proprio pacifico, né nutriva timori alcuni che qualcuno potesse distogliere il suo sereno stare nel suo quartiere. Un piccolo boss, un delinquente di antico stampo che sfidava con il suo vivere e che non si curava del vivere altrui. Un giorno una giovane donzella lo vide che entrava a fargli visita nella sua dimora, non lo aveva invitato, tuttavia lui si era presentato a estorcere il suo banchetto. La donzella però non si lasciò sorprendere e, con grida e copiose mosse, lo esortò a portarsi fuori di casa sua. Quale sciagura le era successa e quanta paura nel vederlo così sicuro di sé. Se ne andò il topino, con la coda tra le gambe, corse via, aveva incontrato un animaletto più grande, così i suoi occhi vedevano la donzella, e quindi lasciò stare il suo rancio e tornò nella sua casetta, sotto il ponte, là dove regna il suo tranquillo castello. Giorni dopo, altri animaletti più grandi recepirono, almeno in apparenza, la paura e il disagio della gente che non ce la faceva più a vedere la fierezza e sicurezza del topino baldanzoso, timorosa per la salute e per l’ambiente del loro vivere intorno al castello del topino sotto il ‘pontino’. Si prodigarono, i signori animaletti, a eseguire una recinzione, fecero mettere una retina a copertura dell’entrata del castello del topino, retina creata appositamente da un lauto ingegnere, ferri in fili tutti attorcigliati, un’opera d’arte per reggere la grata di copertura, progetto di altissimo ingegno civile, provvisto altresì di libera piccola apertura necessaria e rispettosa per le uscite del reggente del castello. Fiero lui, boss topino, ora aveva anche la disponibilità di una protezione, di un favoloso portone con porticina di servizio, quale bel regalo aveva ricevuto. Aumentò la sua fierezza e con consapevole sicurezza rinnovava quotidianamente le sue visite, con generosa presenza, non facendo mancare a nessuno le sue zampine di visita e i suoi ricordini di degustazioni. Appagato il boss topino del quartiere, aveva trovato il modo per rinforzare la sua dimora e per rimpinguare il suo pancino di gustose succulenze.
La giovane donzella, allo scuro di tutto e, pensando che quel progetto di lungimirante e ingegnosa soluzione avesse risolto le sue paure, si ritrovò, giorni dopo, sul viale, faccia a faccia con il nostro principino di zona. Era così tranquillo nel suo procedere che la donzella ebbe anche il tempo di chiamare alla pregevole vista altre donzelle del quartiere. Veramente uno spettacolo! Si alzò una voce di un messere di nobile casato, che a quella visione disse: voglio essere promotore di una festa in suo onore, voglio che tutto il paese riverisca il boss topino del quartiere che ci delizia della sua mai anonima presenza, che ci regala la sua continua ombra, ma che vediamo in concreto nelle tenerezze dei suoi regalini, agli angoli delle nostre dimore. Di quanto bene lui ci rende ricchi, carissime signore donzelle, per non parlare del diletto di malattie che potremmo tenere come carissimi suoi privilegiati ricordi. Faremo una festa, luci, canti, balli, pietanze di ogni genere, signori tutti è necessario essere solidali, abbiamo una grande ricchezza che bisogna riguardare e rispettare: il boss topino. Lunga vita al principe del pontino! Lunga vita all’ingegnere che ha pensato con arguzia d’intelletto la retina a copertura del pontino con il castello e lasciare, il boss topino, alla libertà del suo arbitrio, usufruendo della porticina a suo diletto per le visite. Lunga vita all’ingegno dell’umano che da solo riesce a farsi mettere nella rete del topino, sicuro e fiero perché protetto dalla sagacia e dalla fierezza della sua natura. Trovati uomo responsabile, prima che sia troppo tardi, trovati umanità che insieme al rispetto per gli animaletti, devi trovare modo e intelligenza per rispettare il prossimo tuo, l’essere umano, che ti rende l’onore di un pregevole regalo: il grande dono della responsabilità di pensare e agire pro bonum verso gli altri esseri umani”. (di Maria Francesca Carnea)