CATANZARO – “Sarà certo dall’esito della riforma europea della Politica Comune della Pesca (PCP) che dipende il futuro di un settore in così drammatica crisi, ma anche la Regione – dichiara Salvatore Martilotti Responsabile regionale di Lega Pesca/Legacoop Calabria – è chiamata a fare la sua parte, con il varo di interventi immediati indispensabili per sostenere il gravoso sforzo di cambiamento cui la filiera ittica è chiamata”. Mentre la Calabria si prepara a ricevere la visita, il prossimo 19 luglio, della Commissaria UE alla pesca, Maria Damanaki, l’Associazione Lega Pesca di Legacoop Calabria, rilancia all’Assessorato calabrese alla pesca una piattaforma di proposte elaborate sulle priorità ritenute non ulteriormente rinviabili. Anche la pesca calabrese (899 imbarcazioni, prevalentemente di piccola pesca costiera, 5000 occupati, con una produzione di circa 12.000 tonnellate per un valore della produzione di circa 56,5 milioni di euro) subisce gli effetti di una crisi senza precedenti (in 10 anni -41% la produttività, -25% il fatturato, perdita di un migliaio di posti di lavoro) cui si aggiunge l’impatto socioeconomico e occupazione delle politiche Ue di riduzione dello sforzo di pesca (dal bando delle spadare a quello delle pesche speciali). “Siamo all’allarme rosso ed è urgente – continua Salvatore Martilotti – mettere in campo tutti i possibili strumenti per contribuire a riposizionare la filiera, nel pieno rispetto delle specificità della piccola pesca mediterranea, e dei principi della sostenibilità, non solo ambientale, ma anche sociale ed economica, per la duplice tutela delle specie e del lavoro.
E la Regione, con cui non è mai venuto meno il dialogo e la collaborazione, può fare molto per contribuire a questo processo, riconoscendo centralità al mare e alla pesca come grande risorsa dell’economia regionale. Gli interventi immediati su cui Lega Pesca Calabria è pronta a rilanciare il confronto con l’Assessore Trematerra – conclude il Responsabile regionale di Lega Pesca, Salvatore Martilotti, – delinea 4 priorità: 1) dichiarazione dello stato di crisi del settore, come strumento per attivare misure di sostegno socio-economico; 2) finanziamento di azioni in materia di formazione, sviluppo sostenibile e miglioramento delle condizioni di vita nelle aree più fortemente dipendenti dalla pesca, in linea con quanto previsto dall’art.7 della legge regionale 27 a sostegno degli ex spadaroti; 3) accelerazione della spesa del FEP, per scongiurare il rischio che eventuali ritardi si traducano nel disimpegno automatico delle risorse; 4) ultimo, ma non meno importante: varo dell’Osservatorio regionale della Pesca, per il monitoraggio dei paramenti ambientali, produttivi, occupazionali e socioeconomici, strumento indispensabile per portare la pesca calabrese nell’Europa della pesca riformata”.