CATANZARO – E’ un dovere che hanno di farlo tutte nei confronti degli automobilisti onesti. I primi dati della mediazione sul risarcimento danni da veicoli a motore, il cui esperimento, del tentativo di mediazione è obbligatorio causa improcedibilità al giudizio ordinario, ci dicono che compagnie virtuose (quelle che aderiscono alla mediazione hanno tratto benefici molto consistenti, al contrario di altre compagnie (e per fortuna sono pochissime) che osteggiano la mediazione per mantenere in piedi uffici legali ormai obsoleti e fuori dalla modernizzazione. Con accordi di mediazione si riduconpo sensibilmente i costi per i sinistri e contemporaneamente si riducono gli accantonamenti pluriennali destinati ai medesimi per far fronte al pagamento di futuri sinistri, minimo triplicati. Dunque, bilanci più realistici e meno “fumosi”. “Questo è un fenomeno solo italiano” – afferma Pecoraro responsabile dell’Organismo Internazionale di Conciliazione & Arbitrato dell’A.N.P.A.R. iscritto nel registro ministeriale di Gistizia. “In Europa e nel resto del mondo il fenomeno della mediazione e di sistemi A.D.R.(Alternative Dispute Resolution) ha risolto da tempo con l’applicazione di questi istituti la validità dell’applicazione secondo parametri premi incassati/sinistri pagati che unitamente ai falsi incidenti (che potrebbero scomparire con la mediazione) sono le voci più consistenti a stabilire l’importo delle tariffe assicurative. Il mio pensiero in questi tre mesi di rodaggio dell’entrata in vigore della norma puo’ essere sintetizzato in queste poche ma pesanti considerazioni.
La mediazione civile “obbligatoria” non è buona o cattiva o fallita (come dice qualche “ignorante della materia)” , dipende da chi la conosce e da chi fa finta di non conoscerla o non vuole conoscerla, dipende da come le varie direzioni delle compagnie di assicurazioni , la stanno usando o la usano, certamente quelli che la usano rendano al cittadino un buon servizio che nel 70% dei casi cerca un accordo piuttosto che avviare un giudizio. La mediazione certo non è uno strumento, anche se obbligatorio, salvifico o distruttivo, ognuna delle parti rinuncia a qualcosa e l’accordo è presto fatto. La rinuncia è sempre poca cosa in confronto al rischio che si corre nell’affrontare un ordinario giudizio, lungo, costoso e stressante e con rapporti inquinati. E’ pur vero che nessuno è obbligato a utilizzare qualcosa che non si voglia ma è molto deprimente quando chi avvia una procedura di mediazione (generalmente il debole cittadino) riceve lettere di mancata partecipazione all’adesione senza una valida giustificazione (che guarda caso arrivano solo da quelle compagnie che si affidano a legali esterni) E siamo sicuri che questi non hanno degli interessi a far fallire la mediazione?. Come giustificheranno questi comportamenti agli azionisti le compagnie poco virtuose? Sappiamo bene – dice Pecoraro – che tutte le compagnie di assicurazione sono “sorvegliate” dall’I.S.V.A.P. Ma questo istituto assolve verament5e alla funzione di controllo prevista dalla normativa?