CROTONE – Nel corso della riunione si e’ deciso di dar vita ad un coordinamento delle piccole province e di impegnare la conferenza stato-regioni. Il documento, sottoscritto dai presidenti delle Province di Benevento, Crotone, Fermo, Isernia, Vibo Valentia, verrà ora condiviso dalle altre province. Alla riunione erano presenti il sindaco di Crotone, Peppino Vallone, ed il sindaco di Pallagorio, Umberto Lorecchio. I vertici istituzionali delle quarantadue provincie prossime alla cancellazione non intendono lasciare nulla di intentato affinché il Governo faccia marcia indietro e si rivolgono al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, quale garante dell’unità Nazionale e della sua identità, oltre che dei diritti fondamentali dei cittadini affinché impedisca questo strappo che se attuato rappresenterebbe un vero dramma. L’elenco è abbastanza lungo di ciò che verrebbe a mancare istituzionalmente nei territori delle Provincie che si vorrebbero eliminare e ciò non rappresenterebbe un adeguato risparmio in nome della spending review ma, al contrario creerebbe un enorme disagio amministrativo. Tale riunione è stata condivisa dalla Senatrice del Pdl, Dorina Bianchi che avrebbe voluto partecipare personalmente all’incontro se impegni in Commissione Vigilanza Rai non glielo avessero impedito, ma ha voluto esprimere il pieno appoggio all’iniziativa, perché c’è ancora scarsa consapevolezza circa gli effetti che si avranno sul territorio in caso di soppressione della Provincia di Crotone.
“L’incontro promosso dal presidente della Provincia, Stano Zurlo, e dal sindaco di Crotone, Peppino Vallone presso la sede dell’Upi di Roma, rappresenta un’importante occasione per ribadire con fermezza il nostro no alla paventata soppressione della Provincia di Crotone – ha affermato Dorina Bianchi”. “A fronte di un non meglio precisato e fortemente dubbio risparmio, ancora tutto da verificare – continua la Bianchi – non si possono cancellare enti rappresentativi di volontà popolare, con gravi ripercussioni sulle popolazioni amministrate, sia in termini economici che in termini di tenuta sociale e di sicurezza essendo a rischio prefetture, questure e camere di commercio, non possiamo accettare passivamente che il nostro territorio venga privato dei presidi che garantiscono la democrazia, la partecipazione dei cittadini, la tutela dei diritti civili, l’ordine e la sicurezza”.