CROTONE – “Ogni giorno sui quotidiani di tutte le città italiane vengono riportate notizie di violenza, vandalismo e degrado. Le nostre contrade non sono al riparo da tutto ciò, l’esempio più “visibile” è il buio che da diversi mesi regna su tutta Capocolonna, grazie al furto dei cavi di rame dai lampioni dell’illuminazione pubblica. In questi ultimi giorni poi – sottolinea il presidente di “Le contrade di Hera” Marianna Barilari – “i soliti ignoti” hanno portato via anche i cavi telefonici, lasciando isolata tutta via Hera Lacinia. Quest’ ultimo furto non porta molte ricchezze agli esecutori, ma denota il disagio, economico e sociale che sta crescendo nel crotonese e che vogliamo denunciare. Come comitato cittadino ci sentiamo di proporre una riflessione sul tema della città sicura, ripresa da un urbanista modenese, che non vuol dire solo al riparo della criminalità e del vandalismo, ma pronta e preparata a minimizzazione gli effetti del degrado ed all’aumento della socialità. La crescente disoccupazione ha come effetto l’impoverimento sociale e l’innalzamento dei reati contro la cosa pubblica, che è meno sorvegliata e più esposta agli attacchi. Riteniamo che sia giunto il momento di mettere insieme professionalità preziose per la progettazione della città del prossimo futuro. Questa volta oltre alle professionalità che negli anni passati hanno supportato l’urbanistica e l’urbanista (agronomi, statistici, esperti di traffico e trasporti, geologi, architetti edili e restauratori, ingegneri …..) è necessaria l’integrazione con criminologi, sociologi, mediatori culturali, ONLUS, operatori del terzo settore; ed ancora vigili urbani, carabinieri e forze di polizia, esperti di security e di safety, di information technology e della comunicazione. Nel nostro territorio bisogna istituire “tavoli permanenti della sicurezza” ai quali parteciperanno sia gli Enti Locali che lo Stato attraverso le prefetture e le forze di polizia, che hanno permesso e sempre più permetteranno in futuro, di intervenire in tutte quelle operazioni di incremento della sicurezza, non solo attraverso la forza, ma attraverso la comprensione profonda del rapporto tra spazio pubblico e degrado, segregazione e qualità dell’ambiente urbano, accoglienza e solidarietà. Oggi ed ancor di più nell’immediato futuro sarà più che mai necessario intervenire concretamente sulla qualità della vita urbana da ottenersi con pochi, qualificati, urgenti e mirati interventi innanzi tutto a livello di quartiere. La sicurezza urbana si pone oggi in una posizione intermedia fra le responsabilità dell’amministrazione locale e le responsabilità dello Stato; la collaborazione che può riuscire a fare città sicura, città creativa, città di qualità e di benessere, città solidale, città facile, città di speranza ed integrazione.
Neanche le tanto abusate telecamere possono fare un granché, nelle nostre contrade ne abbiamo una al bivio tra via per capocolonna e via hera lacinia, spenta, che avrebbe potuto registrare i ladri in azione, se solo fosse stata in funzione. Non è solo il centro città che deve essere oggetto di un Piano o programma di sicurezza, deve essere la città intera l’oggetto della Pianificazione della Sicurezza Urbana. Ed il quartiere può e deve essere l’unità minima di pianificazione delle politiche urbanistiche, sociali, dei servizi, della mobilità e della sicurezza. E’ certamente necessario nella costruzione di una città sicura prevedere tecniche e soluzioni in grado di contrastare il crimine ed il vandalismo ma senza sbarrare gli accessi. Dobbiamo batterci contro gli spazi fantasma, i non luoghi; dobbiamo rendere vivibile ogni metro delle nostre città, non solo quelle centrali. Per far questo ci vogliono delle ottime ed integrate politiche sociali, piani del traffico e della mobilità pubblica, dell’accessibilità, del verde, della manutenzione. Ecco che allora il tema della Sicurezza Urbana si intreccia anche con quella di una nuova Polizia Locale, con le maggiori e più puntuali responsabilità del Sindaco e dell’Amministrazione Comunale e Provinciale sui temi della sicurezza urbana ed infine su di una maggiore integrazione fra i livelli statali e locali che gestiscono e si occupano di sicurezza. Auspichiamo interventi puntuali che rendano le nostre contrade vivibili 365 giorni all’anno, vogliamo che le nostre contrade non siano ricordate solo in occasione delle festività mariane. Chiediamo maggiore attenzione ai bisogni dei nostri concittadini che abitano lontano dal centro, ricordiamo ai nostri amministratori che le contrade Sud sono abitate da diverse tipologie di cittadini, anziani e i giovani non hanno un luogo di aggregazione, i bambini rischiano di perdere la scuola. Non chiediamo la risoluzione di tutti i problemi delle contrade in un unico intervento, ma vorremmo che i nostri amministratori iniziassero ad inserire nell’agenda programmatica anche le nostre contrade. Siamo fiduciosi e collaborativi, e sempre pronti ad intervenire per il buon mantenimento della cosa pubblica”.