CROTONE – Quando si tratta di aumentare e riscuotere dai cittadini l’addizionale regionale per mantenere certi servizi, si chiede ai cittadini il sacrificio economico. Quando, invece, il Governo regionale deve elargire ai più bisognosi qualche sostegno economico passano mesi senza concederlo. Già da luglio 2011 l’amministrazione comunale ha completato l’iter amministrativo per garantire i contributi a sostegno delle spese delle famiglie aventi figli studenti delle scuole elementari e medie, le cosiddette borse di studio per l’anno scolastico 2010/2011. Dopo un anno, siamo a giugno 2012, le famiglie aventi diritto alle borse di studio non hanno ancora ricevuto ciò che le spetta. La vice sindaco ed Assessore alla Pubblica Istruzione, Teresa Cortese, a proposito del ritardo della Regione nel trasferire le somme ha dichiarato: “Abbiamo trasmesso immediatamente l’elenco degli aventi diritto alla Regione Calabria e da allora stiamo aspettando il trasferimento dei fondi”. “Più che l’amministrazione comunale, ad aspettare il proprio legittimo diritto sono oltre cinquemilatrecento famiglie che ne hanno fatto richiesta”.
“Si tratta – prosegue la Vice Sindaco – di un contributo a sostegno della spesa per la frequenza scolastica previsto dalla legge 62/2000 che ammonta ad oltre 550.000 € complessive che, per le famiglie crotonesi, in un particolare momento di difficoltà economica costituiscono un sostegno importante, dopo i nostri adempimenti, eseguiti nei tempi prescritti, di quei fondi si sono perse le tracce nonostante i continui solleciti, l’ultimo la scorsa settimana, che il Comune sta facendo alla Regione Calabria”. “Non vogliamo cavarcela sostenendo che abbiamo fatto tutto quello che c’era da fare, dice l’assesore Cortese, essendo realmente preoccupati per le tante famiglie che di continuo esprimono nei confronti del Comune il proprio disagio per la mancata corresponsione di un diritto acquisito, ma insistiamo affinché la Regione acceleri le procedure per il trasferimento dei fondi”. In questi casi, quando c’è di mezzo il futuro dell’istruzione di tanti ragazzi, la Regione è obbligata a dimostrare la sensibilità istituzionale. Altrimenti non ha senso parlare di sostegno alle famiglie o di lotta all’evasione scolastica.