CROTONE – Con riferimento alla nota pubblicata, in data 22 giugno 2012, sugli organismi di stampa, a firma di Giuseppe Macchione, dell’Ada – UIL di Crotone, si ritiene opportuno puntualizzare, con lo stesso spirito costruttivo di non “polemica”, quanto appresso: La Marco Polo, prima, il Forum del terzo settore, secondo, hanno incalzato l’Amministrazione Comunale, per quanto concerne la costituzione, entro breve urgente, della Consulta Comunale del terzo settore, scaduta da tempo e non rinnovata, con l’evidente tacito consenso, da parte dell’esecutivo di rappresentanza del terzo settore; Conseguentemente, come è noto, l’Assessore delegato ai servizi sociali, Filippo Prof. Esposito, “sensibile” alla problematica esposta, ha provveduto, a norma del vigente regolamento della Consulta comunale, alla convocazione, presso l’aula consiliare, il settore del non profit, per dare legittimità alla Consulta del terzo settore. Purtroppo, data la scarsa partecipazione di alcune associazioni, presenti solo il 25%, degli aventi diritti. Preso atto, si è provveduto a riconvocare l’assemblea, anche per dare ampia possibilità di partecipazione democratica all’adunanza prossima, per eleggere ufficialmente gli organismi preposti. Premesso ciò, nello specifico, della nota predetta, si esprime vivo apprezzamento, per il pacato contenuto e squisito garbo letterario, in particolare, quando si è voluto sottolineare: la piena disponibilità dell’Ada – Uil, per un confronto “democratico tendente a creare una svolta autentica di crescita civile, culturale, economica ed occupazionale del settore del non profit”, nell’interesse, soprattutto dei soggetti avente diritto”. Concetti ben individuati e “condivisibili”,ossia sempre validi, come la sacra bibbia, da far crescere la speranza, di un futuro diverso, nell’interesse generale. Comunque, l’unica certezza, allo stato, è l’amarezza di dover constatare il crescente “isolamento” della Calabria, dal resto del Paese. Con ripercussioni negative anche nel tessuto economico e sociale del Territorio Crotonese.
Quindi, oggi, più che mai, si rende opportuno ed urgente, “l’aggregazione” in rete di associazioni, similari, con lo stesso obbiettivo, ovvero il donarsi gratuitamente, verso l’altro, meno fortunato. Il non profit, deve appropriarsi del proprio ruolo istituzionale, non vogliamo, in definitiva, assistere come il terzo settore venga visto e considerato un “tappabuchi” delle carenze istituzionali, non vogliamo e non intendiamo concorrere , in maniera sleale, con le imprese commerciali, occupando spazi impropri, non vogliamo essere condizionati dalle esigenze elettorali di nessuno. Ciò che vorremmo fare è il continuare a cercare strade per la soluzione dei problemi piccoli e grandi dell’umanità, considerando il dato economico solo come una delle tante variabili che interagiscono nella complessità dei sistemi umani. La Marco Polo, pertanto, ritiene che sia necessario un cambiamento radicale della gestione del sociale, a livello Nazionale, Regionale e locale, ossia un nuovo modo di fare politica e distribuzione qualificata a sostegno e tutela degli aventi diritto. Va migliorato anche il sistema attuale di rapporto, che tanto lascia a desiderare, tra Enti Istituzionali e Associazioni in generale. La “democrazia”è bella se essa viene esercitata nel rispetto del diritto-dovere delle persone e ne tutela anche la dignità, altrimenti, è un uso improprio della termologia “democrazia”. La Marco Polo, si auspica, che nel prossimo futuro tutto ciò sia, progressivamente, reso praticabile, pena il rischio di emarginare e rendere antisociale tutto ciò che non segue le direzioni prestabilite e unilaterali dei governi che stanno richiedendo sempre di più sangue e lacrime al popolo Italiano, che vive nella sofferenze, nella paura di un futuro incerto, in particolare, il problema delle nuove generazioni, privi di qualsiasi aspettativa positiva, nel mondo del terzo millennio.