CROTONE – “Per il Pdl di Crotone è arrivato il momento di misurarsi con un progetto serio e credibile che sappia stimolare una incisiva sintesi della partecipazione movimentista che caratterizza l’impegno di tanti cittadini nel nostro territorio. Un entusiasmo spesso trascurato dai partiti, ai vari livelli, distratti da una logica autoreferenziale che, negli anni, ha prodotto una significativa perdita del consenso per effetto di una cultura meramente enunciativa e scarsamente propositiva. In questa direzione, siamo convinti che il progetto innovatore palesato da Alfano e guidato in Calabria da Scopelliti non può che partire da una serie di azioni e confronti che il Pdl dovrà concretizzare nelle prossime settimane con i tanti movimenti crotonesi per raggiungere il prioritario obiettivo della costruzione di un’area moderata che trovi, però, nella partecipazione concreta dei cittadini la sua fondamentale essenza”. Continua la nota congiunta a firma di Umberto Lorecchio, Antonio Leto, Vincenzo Camposano, Salvatore Pacenza e Dorina Bianchi – “Ebbene precisare, sin da subito, che è intenzione largamente condivisa dal Pdl crotonese di partire da un assunto senza il quale riproporremmo paradossalmente la perversa e inconcludente logica meramente enunciativa: la politica deve essere partecipata da gente per bene, senza ansie affaristiche, scevra da ambizioni poltronistiche e soprattutto smaniosa di rispondere esclusivamente alla crescita economica e sociale del territorio crotonese.
Ciò che serve non è una minore “quantità” di politica ma, al contrario, più politica e di maggiore “qualità”. Ciò che serve e che i cittadini chiedono è una politica che si assuma la responsabilità di decidere, di compiere scelte, di elaborare progetti, di immaginare l’immediato futuro. Una politica che si riappropri del suo ruolo, che riscopra se stessa ed i suoi compiti, e tra questi il principale e il più importante: quello di dirigere e nello stesso di servire la collettività. Una politica che restituisca alle Istituzioni, ai vari livelli, autorevolezza e credibilità, ma soprattutto che si difenda dall’idea che il destino dei crotonesi possa essere affidato ad un ristretto gruppo di persone. Occorre, riaccendere i motori della partecipazione attiva dal basso, sapendo calmierare le identità ed i movimenti locali attraverso un soggetto politico che non imponga un pensiero unico ma sappia rappresentare la giusta sintesi delle istanze provenienti dalle comunità territoriali”.