CRUCOLI – Una mostra itinerante tra i reperti della Calabria bizantina: è la proposta progettuale che la Fondazione “Melissa Palopoli” ha recentemente sottoposto all’attenzione dell’Assessore regionale alla cultura, Mario Caligiuri. Nel documento si parla innanzitutto dei reperti che costituiscono l’attuale parte di collezione Palopoli custodita nel Museo realizzato in contrada Ciuranà: tali preziosissimi pezzi, riferibili al periodo tardo antico e alto medioevale (VI-VII sec.), occupano un posto di primaria valenza per la conoscenza del periodo cosiddetto proto-bizantino, importanza ad essi attribuita dagli esperti che ne hanno presa visione diretta, i quali hanno sottolineato la straordinaria varietà dei materiali specialmente in confronto con reperti analoghi, non numerosi, visibili in altri musei. “Essi assumono enorme importanza – si legge nel documento – per una migliore comprensione delle modalità di popolamento e gestione del territorio calabrese (furono infatti i Bizantini, nel VII° secolo, a dare il nome di “Calabria” al “Bruttium”), gettando nuova luce nel relazionare i vari ritrovamenti ad un più ampio contesto storico-politico ed economico-commerciale (v. prof. Cuteri).” La mostra itinerante si propone di offrire a studiosi del settore, italiani e stranieri, ed al grande pubblico, la possibilità di prendere visione di tale particolare collezione, unica nel suo genere per il valore culturale e storico dei suoi rari e preziosi reperti, come sopra illustrato Viene anche sottolineata la forza propulsiva che essa avrebbe per il futuro culturale, e non solo, della Calabria troppo spesso trascurata e sottostimata proprio nell’ aspetto straordinario e trainante del suo passato. L’itinerario della mostra: il progetto individua come sedi iniziali dove trasportare ed esporre i reperti, con relativi pannelli didattici, nei luoghi calabresi di riconosciuta tradizione storica bizantina: Gerace, per la Locride e la provincia di Regio Calabria, Santa Severina, per il crotonese e Rossano, già famosa per il suo Codex Purpureus ed altri riferimenti culturali. Tre città sede di Diocesi di antica fondazione e con notevoli vestigia monumentali che andrebbero anch’esse collegate alla mostra. Si è pensato inoltre l’esportazione della mostra, ad Atene (Scuola Italiana di Archeologia, museo Benaki), ad Istambul-Costantinopoli (capitale dell’Impero romano d’oriente), a Salonicco (incontro con la tradizione ortodossa), ed a Mosca (la terza Roma). Al rientro in Italia, l’ultima tappa ideale potrebbe essere Ravenna, luogo appropriato dove indire eventualmente un Convegno sui Bizantini con relativa pubblicazione degli atti. Potranno essere coinvolti i rispettivi Musei Diocesani delle città visitate, quelli dell’Università di Reggio Calabria, Catanzaro e Cosenza, delle Istituzioni Provinciali e Regionali e delle Sopraintendenze ai Beni Culturali, che costituirebbero un valore aggiunto non soltanto per la mostra, ma anche per tutto il territorio.
Per quanto riguarda le tappe estere è necessario, ovviamente, il coinvolgimento del Governo Italiano e delle Istituzioni Statali estere (Ministeri, Ambasciate, Università, Enti Culturali) che necessariamente sono basilari per un evento di tale portata in grado di stabilire rapporti con il mondo greco, islamico ed ortodosso. La fase preparatoria del progetto partirebbe da una prima parte espositiva, con allestimento degli spazi, dei pannelli illustrativi con foto, cartine, testi e stesura di un catalogo a cura di archeologi, storici e docenti universitari. Poi la redazione di un Protocollo d’Intesa tra il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Palopoli ed i vari Enti ed Istituzioni interessate: Soprintendenze, Università, Istituti nazionali, internazionali, provinciali e regionali, Istituzioni religiose. Curie vescovili. Musei statali e diocesani, nonché tutti gli altri enti ed associazioni che potrebbero essere interessati. Quindi la creazione di un organico di esperti nell’individuazione delle normative e nel disbrigo di tutte le pratiche burocratiche inerenti al corretto funzionamento della macchina organizzativa (conferimento di incarichi, reperimento di fondi e gestione finanziaria, autorizzazioni, assistenza legale, organi di stampa, rete informatica, ecc.) ed infine la presenza di un gruppo di tecnici per la messa in opera dei materiali ed attrezzature della mostra: montaggio, imballaggio, trasporto, servizi. Per quanto riguarda i fondi necessari, la Fondazione ritiene indispensabile la valutazione del progetto nella sua globalità da parte di esperti del settore.religiose. Curie vescovili. Musei statali e diocesani, nonché tutti gli altri enti ed associazioni che potrebbero essere interessati. Quindi la creazione di un organico di esperti nell’individuazione delle normative e nel disbrigo di tutte le pratiche burocratiche inerenti al corretto funzionamento della macchina organizzativa (conferimento di incarichi, reperimento di fondi e gestione finanziaria, autorizzazioni, assistenza legale, organi di stampa, rete informatica, ecc.) ed infine la presenza di un gruppo di tecnici per la messa in opera dei materiali ed attrezzature della mostra: montaggio, imballaggio, trasporto, servizi. Per quanto riguarda i fondi necessari, la Fondazione ritiene indispensabile la valutazione del progetto nella sua globalità da parte di esperti del settore.