CROTONE – Il leader di Idv Antonio Di Pietro, su sollecitazione del Capogruppo Idv alla Regione Calabria, Emilio De Masi, si rivolge con un’interrogazione, al ministro dell’Ambiente chiedendogli ‘se rientra fra gli intendimenti del Governo adottare provvedimenti urgenti al fine di preservare la salute dei cittadini e l’integrità ambientale delle aree contaminate del crotonese’. ‘Dopo la chiusura da parte di Eni di alcune grandi fabbriche di Crotone come Pertusola Sud, Montedison e Enichem (oggi Syndial) nel 1999 – sostiene il leader di Idv – non e’ stata avviata la bonifica dei siti industriali e sono state, altresi’, smaltite in modo illegale le scorie di produzione. Risulta che – grazie anche al lavoro svolto da ‘Fabbrikando l’Avvenire’, un’associazione per la cura e la protezione dell’ambiente e dagli operai delle fabbriche crotonesi, in questi giorni sono in corso a Crotone due processi penali nei confronti di Syndial, con i suoi dirigenti accusati di omicidio plurimo colposo aggravato dalla colpa cosciente e di disastro ambientale per aver smaltito illegalmente elementi tossici come arsenico, antimonio, cadmio, vanadio, piombo, rame e zinco – come riscontrato con relazione tecnica di Environ Italy srl – che hanno causato la morte per mesotelioma pleurico e abestosi di alcuni cittadini adiacenti agli stabilimenti industriali’. ‘Le indagini svolte dalla Procura della Repubblica di Crotone, sfociate in un procedimento penale – afferma ancora Di Pietro – hanno acclarato l’esistenza di vaste discariche non autorizzate di rifiuti tossici e nocivi, a seguito dello smaltimento di scorie di produzione all’interno dello stabilimento Pertusola Sud, sotto i piazzali degli istituti scolastici e della questura nonche’ nel mare. E’ in continuo aumento il numero di decessi per malattie tumorali tra gli abitanti di Crotone’.Secondo Di Pietro, ‘in un territorio dove importanti sono gli interessi dell’Eni soprattutto nel campo dell’estrazione di gas metano, con nove postazioni che assicurano il 15% della produzione nazionale, non si registra alcun intervento del Governo che imponga all’Eni un’integrale bonifica delle aree contaminate, cosi’ da salvaguardare la salute dei cittadini e creando, al contempo, nuove prospettive di sviluppo e di occupazione’.