“Venerdì 5 ottobre in Calabria è stato il giorno di Matteo Renzi, leader dei rottamatori candidato premier alle primarie del centrosinistra. Da Reggio Calabria a Crotone il sindaco di Firenze in un giorno solo ha toccato i 5 capoluoghi di provincia calabresi. Molta gente ad aspettarlo ed attenderlo, giovani, vecchi, giovani-vecchi tutti insieme ad ascoltare le parole del rottamatore. E’ evidente – prosegue la nota di Oreste Sabatino GD San Nicola dell’Alto – che Renzi cavalchi l’onda di malcontento e di disaffezione alla politica attraverso lo sloglan della rottamazione, quindi bene gli slogan, il camper, i video stile convention americane ma dopo una mente critica si chiederebbe i contenuti dove sono? Nei suoi incontri parlano più i filmati che lui in persona, ci sono più slogan che frasi compiute o ragionamenti. Sembra paradossale ma Renzi è venuto in Calabria quando nel suo programma la parola Sud non esiste, nessun paragrafo, punto o capitolo del programma è dedicato al Sud, solo un breve cenno riguardo la criminalità. E’ venuto a Crotone e, da quanto ho saputo e letto sulle cronache online della politica crotonese, ha parlato di tutto e di niente.
A Renzi vorrei chiedere cosa pensa del Sud, della Salerno – Reggio Calabria dato che nel suo programma prevede la selezione delle grandi opere e se la considera un infrastruttura del futuro,del porto e dell’aeroporto, della SS 106 Ionica, della Provincia(uno tempo era per l’abolizione, oggi è per una drastica riduzione), sulla bonifica, sul turismo, sulla riconversione industriale. Non mi fido di chi dice che la riforma Fornero va bene, che sta con Marchionne senza se e senza ma, che è per l’abolizione dell’art. 18 e del finanziamento pubblico ai partiti,che il FIscal compact va bene, chi non ha disponibilità economica per studiare deve fare un mutuo e siccome sono stato abituato a vedere i contenuti, alla proposta politica renziana io dico no. Considero un’arrivista chi sta nel Pd e non lo nomina nemmeno,se non per criticarlo, uno che non mette un simbolo sui materiali o una bandiera durante i suoi interventi. Evidentemente a qualcuno quel palcoscenico è servito per tutelare una posizione o ambire a collocazioni future. Ai posteri l’ardua sentenza”.