La Giunta regionale, nella seduta di ieri, ha diminuito il finanziamento per l’elettrificazione ferrovia della Dorsale Jonica. In particolare sono state apportate delle modifiche per riorientare risorse sul “Piano di Azione Coesione per il miglioramento dei sevizi collettivi al Sud”. Il Piano, sottoscritto dal Governo e dalle Regioni del Mezzogiorno il quindici dicembre scorso, prevede una forte concentrazione delle risorse non utilizzate nei Programmi operativi regionali su linee di attività concernenti i quattro comparti individuati negli accordi tra Commissione Europea e Stato membro (istruzione, banda larga, infrastrutture e nuova occupazione) ed un innalzamento dei tassi di cofinanziamento comunitario. La Regione ha concentrato le risorse residue sull’Agenda digitale per 131,9 milioni di euro, sull’Istruzione per 59,9 milioni di euro, riducendo il cofinanziamento nazionale di 80 milioni di euro, da destinare, nell’ambito degli interventi ferroviari, alla elettrificazione della Dorsale Jonica – Primo lotto funzionale, cioè il collegamento ferroviario Lamezia-Catanzaro Lido e Sibari-Catanzaro Lido-Melito.
Il Piano di Azione Coesione prevede(va) interventi per l’elettrificazione ferroviaria della suddetta tratta. Lavori che, secondo il Cronoprogramma procedurale nell’immagine, dovevano ultimarsi per inizio 2018; inevitabilmente, visto il taglio del finanziamento, l’attività rallenterà il suo corso aumentando il gap infrastrutturale con il Nord, il Centro e il resto della Calabria. Una curiosità: l’elettrificazione delle ferrovie in Italia ha inizio sul tratto lombardo della Valtellina; difatti fu la prima linea ferroviaria in Italia e nel mondo ad impiegare la corrente alternata trifase ad alta tensione per la trazione dei treni, nel 15 ottobre del 1902, grazie all’ingegnere ungherese Kálmán Kandó. Mentre il crotonese, nel settembre del 2012, “viaggia” su binari deserti con littorine diesel degli anni ’80.
Forse arrivo tardi nella discussione ma vorrei solo far notare che siamo nel 2015 e la linea ferroviaria jonica da Sibari a Melito P.S. è ancora priva di elettrificazione! 🙁
Si parla sempre, di continuo, quasi allo sfinimento che non ci sia traffico viaggiatori, motivo per cui non vale la pena procedere all’elettrificazione. Ma se i viaggiatori vengono DI PROPOSITO dirottati (facendoli affezionare) ai servizi di autotrasporto su gomma, magari con l’istituzione di linee dirette da un grande capolinea ad un altro, è normale che poi il calabrese che risiede nelle zone in cui la ferrovia non è sviluppata come sul tirreno preferirà servirsi degli autobus! Non credete? Da Sibari a Crotone, passando per Catanzaro Lido, Soverato e tutta la Locride, c’è così tanta gente che viaggia e si sposta tanto che gli autobus devono incrementare le corse per contenere i continui e numerosi spostamenti. La domanda è una sola: se la politica continuerà a prediligere la concessione di licenze per l’autotrasporto, la ferrovia jonica non decollerà mai perché le risorse economiche sono limitate, per cui o si investono nello sviluppo del ferroviario o nello sviluppo del trasporto su gomma.
Ricordo solo che le ALn 668 sono sì robuste e longeve ma non sono eterne. Sta per arrivare il momento di sostituirle perché anche dopo essere state revampizzate non riescono quasi più a sopportare altri km sulle spalle. Inoltre, vorrei ricordare, che gli IC Reggio-Taranto e viceversa non vengono più effettuati con carrozze IC ma con carrozze riservate al traffico regionale in quanto i vecchi locomotori diesel D445 con supportano la lateralizzazione automatica delle porte e le stesse sono unicamente compatibili con le carrozze riservate al traffico regionale. Motivo per cui dal 2012 sono scomparsi tutti i treni a lunga percorrenza da Reggio a Torino o Milano via Taranto, perché le D445 (almeno fino a Sibari) non potevano garantire il rispetto delle nuove norme sulla circolazione ferroviaria sulla lateralizzazione automatica delle porte in cabina di guida. E non esistendo carrozze compatibile con tali vetusti locomotori, ecco che tutti gli ICN sono spariti. Chi lo desidera deve cambiare treno a Taranto. Peccato che poi non viene garantita alcuna coincidenza, per cui sulla jonica addio ai viaggi a lunga percorrenza.
Senza elettrificazione la linea jonica morirà, e con il consenso unanime dei nostri politici che continuano a restare a guardare lo sfacelo del nostro territorio in termini di TPL ferroviario.
Saluti.
Come studioso ed appassionato di trasporti ferroviari (sono anche diplomato Perito Industriale Capotecnico) vorrei fare alcune piccole ma importanti precisazioni a proposito di alcune affermazioni presenti in questo articolo. Innanzitutto, anche se io personalmente sarei favorevole all’elettrificazione delle tratte in oggetto, vorrei appunto precisare che, in ferrovia, la trazione termica rispetto a quella elettrica non è necessariamente segno di regresso. Vi sono, infatti, diverse valutazioni da effettuare circa la convenienza dell’uno o dell’altro sistema di trazione su una certa linea, che non sto qui ad elencare, ma che fondamentalmente si basano sui volumi di traffico: al di sopra di certi valori è conveniente la trazione elettrica, al di sotto degli stessi è invece conveniente quella termica. Per quanto riguarda poi l’affermazione “il crotonese ancora viaggia su littorine diesel degli anni ottanta”, vorrei far notare che i treni di cui si parla (che sono in servizio anche al centro-nord Italia) sono le automotrici (si chiamano così, e non littorine, nome che va riservato esclusivamente ad alcune automotrici termiche degli anni Trenta) gruppo ALn 668, materiale rotabile ferroviario ottimo, affidabile e robusto, tra i migliori mai realizzati in assoluto, di progetto interamente italiano, che a suo tempo vinse anche gare internazionali, e che tuttora oggi presta ancora un buon servizio, essendo le stesse automotrici anche state (tutte le unità) recentemente ammodernate negli interni e climatizzate. Vorrei far notare anche, infine, che il materiale ferroviario è molto più longevo di quello stradale, potendo benissimo durare anche più di 40 anni.
C’era da aspettarselo da reggio il taglio sulla ionica, chi c’è che difende la ionica lato Crotone? Ma non credo che nessuno si e accorto che al treni ionici hanno cambiato le ruote, a posto di quelli di farro hanno messo quelli di gomma.
un saluto pasquale
una cosa dimenticavo io sono nato in ferrovia.