L’avvicinarsi della data che prevede il riordino delle Province (entro la fine di novembre il decreto legge per sopprimere trentasei province tra cui Crotone e Vibo Valentia) sta ricompattando sempre più l’amministrazione provinciale e comunale di Crotone a proposito dell’iniziativa per evitare di fare cancellare l’Ente intermedio. Martedì, 23 ottobre 2012, consiglio congiunto delle due amministrazioni presso l’Auditorium dell’Istituto “Sandro Pertini”. Nell’ordine è il secondo consiglio congiunto sul tema della soppressione delle Province. Presenti il presidente Stanislao Zurlo, il Sindaco Peppino Vallone, i rispettivi presidenti dei due consigli con tutti i componenti le due Amministrazioni e i consiglieri provinciali e comunali di maggioranza e opposizione. Presenti i consiglieri regionali del Pd Francesco Sulla; del Pdl Salvatore Pacenza; dell’Udc Alfonso D’Attolo (Udc); nonché il presidente della CCIAA, Pepparelli, e i responsabili delle organizzazioni sindacali. Mai come in questa occasione una sala così gremita per le tante presenze istituzionali. Unico assente la gran massa dei cittadini. La cosa non è passata inosservata giacché è stata fatta notare dal consigliere provinciale dell’Udc Pietro Caligiuri nel corso del suo breve intervento. Come interpretare una simile assenza: mancanza di fiducia verso le Istituzioni locali incapaci di costringere il Governo Nazionale a fare marcia indietro a proposito della soppressione della Provincia di Crotone, o rassegnazione di fronte ad un provvedimento già nei fatti sancito? Tra i cittadini si è consolidata la seconda ipotesi e non a torto. A coloro i quali si chiede come potrebbe concludersi la vicenda della Provincia rispondo tutti alla stessa maniera: “Come nel caso delle fabbriche, i treni a lunga percorrenza, la stazione, il porto che sono stati soppressi e mai ripristinate nonostante le continue proteste delle Istituzioni e dei cittadini”.
Insomma, per i crotonesi il consiglio congiunto è stato un altro funerale di lusso per un caro estinto. Gli interventi di Zurlo prima e di Vallone poi erano già scontati e non poteva essere diversamente. Zurlo: “è dal 2010 che periodicamente ci riuniamo per affrontare il problema riguardante la soppressione della Provincia. All’inizio sembrava un problema di poco conto, adesso si consolida il fatto che trentasei province saranno raggruppate ad altre e noi non dobbiamo consentirlo, anche se è necessario mettere in essere altri tipi di lotta democratica che coinvolgono l’intera popolazione della provincia. Dalla stampa apprendo – ha puntualizzato Zurlo – che Crotone verrebbe raggruppata a Cosenza, niente di tutto ciò, noi continueremo a lottare perché Crotone rimanga una Provincia autonoma”. Vallone: “Sono decisioni gravi prese sulle teste dei cittadini, come si fa a parlare di democrazia, quando la storia di una comunità viene decisa a colpi di decreto legge – ha aggiunto il sindaco – sostenendo l’inanità di un provvedimento che cancellerebbe di colpo la provincia di Crotone. Cancellare la provincia non ha nulla a che vedere con la spending review ma solo una provocazione verso un territorio che faticosamente ha conquistato una sua autonomia e che di colpo tornerebbe indietro di vent’anni. Ed allora, provocazione per provocazione, siamo veramente di fronte ad un attentato alla Costituzione, una revisione degli assetti territoriali non si può fare con un decreto legge”.E non è mancata una frecciata anche a chi si sta già organizzando per inglobare il territorio. “Non ci sembra proprio un abbraccio fraterno quello che ci si prospetta”. E concludendo il Sindaco ha dichiarato: “non lasceremo nulla di intentato anche dal punto di vista legale per difendere l’autonomia della provincia di Crotone”. Alcune Province del Nord, esattamente le dodici lombarde, hanno già dato con i rispettivi presidenti un segnale pesante uscendo dall’Upi (Unione Province Italiane) sostenendo che l’Unione non ha fatto abbastanza per il Nord essendo la media dei costi delle province lombarde di 100 euro per cittadino a fronte delle altre province che spendono tre volte di più. Una guerra tra moribondi per cercare di sopravvivere.
Per quello che serve questa provincia, e’ meglio che la sopprimano prima del previsto, visto che non ha portato negli anni in cui e’ stata provincia a nulla, e’ ripeto a nulla , ma solo a uno spreco di denaro pubblico, come tanti altri enti tipo opera sila consorzi di bonifica e tanti altri.. ecc..ma solo ad occupare posti ai politici locali capaci a non far niente per questo territorio,distinti saluti.