E’ stato presentato, il 29 Giugno scorso a Vibo Valentia, un libro che sta riscuotendo un certo successo di Giovanni Cristofalo dal titolo: “Il mistero della Croce di Pauciuri: sulle tracce dell’abate Ursus, dell’Ordine di Sion e dei Templari in Calabria”. Un testo pubblicato in sei lingue e voluto da un editore canadese (Guy Boulianne, edizioni Dedicaces) fortemente interessato alla misteriosa figura dell’abate Ursus dell’abbazia della Matina di San Marco Argentano che nel 1070 guidò un gruppo di monaci eremitani calabresi nella foresta delle Ardenne, proprietà di Goffredo di Buglione, uno dei comandanti della Prima Crociata.
Secondo vari studiosi (tra cui i famosi autori dell’opera “Il santo Graal”, M. Baigent, R. Leigh e H. Lincoln) questi monaci calabresi si erano precedentemente stabiliti a Gerusalemme ed avevano fondato l’Ordine di Sion da cui nacque l’Ordine dei Templari.
A moderare i lavori il Cavaliere Raffaele Vizza il quale, prima di far intervenire i relatori Giovanni Cristofalo (autore del libro) e Giuseppe Pisano (che ha curato un corposo articolo introduttivo nel testo di Cristofalo) molto attesi dal pubblico presente, ha dato la parola ai Cavalieri Enzo Valente (Direttore e Commendatore della Commenda di Cirò Marina) e Roberto Incoronato (Precettore emerito) per un breve saluto. Subito dopo è intervenuto il professore Cristofalo il quale ha parlato della croce reliquiario, di provenienza palestinese, rinvenuta nel 1989 nell’insediamento medievale di Pauciuri di Malvito all’interno di un imponente e anonimo sepolcro. Lo studioso malvitese è convinto che lo scheletro ritrovato in quel monumento sepolcrale appartenga proprio a Ursus. <Al centro della croce, al momento del ritrovamento, si notava anche una superficiale incisione della lettera “U” ad indicare le generalità del sepolto”>, ha spiegato Cristofalo. <Il nome “Ursus” viene accostato a quello di “Pauciuri” e ciò è anche riportato chiaramente nella Platea di Santa Maria della Consolazione della città confinante di Altomonte risalente al 1486, chiesa peraltro dove di recente il prof. Pisano ha rinvenuto una croce rossa templare posizionata sulla parete esterna> ha aggiunto lo studioso Malvitese.
Infine è intervenuto il professore Pisano il quale ha teso a sottolineare che <<è accertato che diverse migliaia di calabresi, al seguito di Boemondo I di Antiochia che visse per diversi anni in gioventù proprio a San Marco Argentano, parteciparono alla Prima Crociata ed è altrettanto accertato che il contingente più numeroso provenisse dalla Valle del Crati. Ciò grazie all’opera dell’arcivescovo Arnolfo al quale Urbano II aveva affidato il compito di predicare la Crociata in Calabria. Arnolfo, fondatore dell’Ordine di Sion, partecipò direttamente alla Guerra Santa e, come si sa, successivamente alla conquista di Gerusalemme Guglielmo di Tirò rivelerà di “un consesso segreto capeggiato da un vescovo calabrese”>>. A tale riguardo lo storico Pisano ha rivelato che <<Arnolfo, il prelato della diocesi di Martirano (che qualche tempo dopo diverrà suffraganea di Cosenza) si adoperò fortemente per introdurre sul trono patriarcale Arnolfo di Roeux che era consanguineo di Boemondo, figlio primogenito di Roberto il Guiscardo che aveva scelto come sede del suo Ducato la Val di Crati che aveva come epicentro, dal 1054, San Marco Argentano.
Una Manifestazione, Organizzata dalla Commenda Templare e dall’Accademia Templare “ San Francesco d’Assisi ” di Cirò Marina guidate da Enzo Valente in collaborazione con il Precettore emerito Roberto Incoronato, che ha messo in evidenza alcuni aspetti finora poco trattati e che vedono sorprendentemente al centro la Calabria in una storia che l’aveva vista completamente esclusa.