Nell’aprile del 2015, dopo gli attentati avvenuti in Francia, il Dipartimento di Pubblica Sicurezza istituiva le U.O.P.I. con il compito di prevenire e reprimere atti di terrorismo e di intervenire all’interno di situazioni ad alto rischio. Queste, lo scorso agosto sono state assorbite dai Reparti Prevenzione Crimine, tuttavia in Calabria continuano a non esservi.
«Siamo del parere che la dislocazione delle U.O.P.I. sul territorio non sia coerente con gli obiettivi dichiarati dal Dipartimento» dichiara il Segretario Generale Stefano Paoloni.
«L’intento dichiarato dell’Amministrazione era quello di ampliare le possibilità di impiego delle U.O.P.I., istituite tre anni fa per prevenire e reprimere atti di terrorismo, prospettandone l’utilizzo nell’ambito di ogni “situazione in cui possano essere gravemente compromesse la sicurezza e la pubblica incolumità”. Riteniamo pertanto – prosegue Paoloni -, non giustificata la totale assenza di tali unità specializzate in alcune regioni meridionali ed in particolare in Calabria, che si caratterizza per un territorio esteso, spesso impervio o comunque difficilmente accessibile, e presenta molte zone ad alta infiltrazione mafiosa. Non comprendiamo le ragioni – conclude per le quali l’Amministrazione da una parte abbia proceduto ad incardinare le U.O.P.I. presso i Reparti Prevenzione Crimine ma dall’altra in nessuno dei R.P.C. calabresi, dislocati nei comuni di Rende, Vibo Valentia e Siderno, è stata prevista l’istituzione delle predette unità».