Pur di intervenire pubblicamente in difesa dell’onore di Cirò Marina al quale avrei attentato, la sig.ra Maria Daniela Panteca, portavoce di Fratelli d’Italia, dà vita ad un festival dell’improvvisazione che conferma e anzi rafforza quanto da me evidenziato nel post che ha scatenato la sua reazione inconsulta. S’inserisce, infatti, la Panteca, e risentita alza il tono rivolgendosi ai media, nel dibattito nato su facebook dal mio commento alla fotografia pubblicata da una testata locale che mostra le vacche al pascolo a Madonna di Mare con tanto di abbeveratoio di fortuna (una vasca da bagno), commento che si appunta sulle centraline e i cavi elettrici addossati al muro dei mercati senza alcun rispetto per quella struttura cara alla memoria dei Cirotani. Quasi ‘incidentalmente’, nel testo, deploravo però anche l’errore di crederli un “fantastico sito archeologico” mentre sono una costruzione ottocentesca ristrutturata nel XX secolo immersa, se mai, in un paesaggio di spettacolare bellezza, e paragonavo quella falsa credenza ad un’altra, ugualmente diffusa ma parimenti infondata: che il vino di Krimisa fosse offerto ai vincitori delle Olimpiadi. Ripeto qui alla sig.ra Panteca e a chiunque legga che si tratta di pure invenzioni. Averle sentite ripetere fin da bambini o averle lette qua e là, ma sempre senza indicazione delle fonti (la stessa Panteca sostiene di essersi acculturata su “documenti” non meglio precisati), non significa che siano vere. Sono dicerie, né più né meno, magari suggestive ma pur sempre dicerie.
La passione per l’antico e per la memoria dei propri luoghi (d’origine o adottivi), ammesso che uno l’abbia e la coltivi, non è garanzia di competenza e la sig.ra Panteca offre, di ciò, una chiara dimostrazione. Devo fare un elenco degli errori contenuti nella sua perorazione? Sarebbe ahimé troppo lungo. Mi limito a darle solo qualche dispiacere: i cosiddetti Mercati Saraceni non sono un’area archeologica, lo ribadisco, e Petelia, aggiungo, non è mai stata, come scrive, “sede della zecca dell’Impero Romano”. Quanto ai beni (archeologici) che dice “venduti o ceduti fuori per mancanza di infrastrutture, favorendo lo splendore di altri musei”, quelli sono stati trafugati da ladri di professione (i tombaroli), anche cirotani. Costoro non si sono mai fatti né si fanno scrupolo oggi a distruggere aree archeologiche, compreso il santuario di Apollo a Punta Alice, violando sistematicamente una legge dello Stato, dunque emanata nell’interesse dei cittadini italiani, in vigore fin dal 1939. Quanto alla presunta mancanza di “infrastrutture” che per la Panteca favorirebbe/giustificherebbe questo fenomeno (!), Le ricordo che Cirò Marina ha un museo archeologico dal 2004. Sempre chiuso. Sono io a dover avere “un’attenzione diversa”, come si pretende, o chi come la Panteca aspira ad amministrare Cirò Marina dovrebbe basare le proprie affermazioni su dati concreti invece che sulle chiacchiere delle comari?
Margherita Corrado
1 luglio 2018 – Maria Daniela Panteca interviene sul dibattito acceso sui social dalla Senatrice Corrado sui Mercati Saraceni di Cirò Marina
Negli anni abbiamo assistito a tanti commenti e opinioni su quello che il nostro territorio offre, ma almeno l’unico punto in comune era quello di considerare le nostre terre quali la culla della Magna Grecia. L’intera Calabria è un sito archeologico a cielo aperto e dobbiamo sempre condannare la poca attenzione, il vandalismo oppure la mancanza di studio da parte dei singoli cittadini. Negli anni ho assistito ed ho accompagnato nei territori limitrofi studiosi che volevano approfondire la storia che ci riguarda, partendo dallo studio dell’antica città di Petelia, sede della zecca dell’Impero Romano, per poi approfondire le origini della città di Macalla , fino a studiare la storia della cittadina che mi ha adottato Cirò Marina.
Se ci mettiamo a scavare in modo superficiale possiamo vedere come si possano trovare ancora reperti storici: la mia condanna da sempre è che i nostri beni siano stati venduti o ceduti fuori per mancanza di infrastrutture, favorendo lo splendore di altri musei.
Abbiamo assistito sui social network ad un acceso dibattito, che mi ha fortemente amareggiato, sulla veridicità e l’attendibilità del sito archeologico dei Mercati Saraceni: io non sono nè uno storico né un archeologo, ma ho letto molto e mi sono affidata da sempre a documenti per cultura personale. Immagini e documenti provano l’attendibilità e dalla senatrice Margherita Corrado mi sarei aspettata un’attenzione diversa, soprattutto alla luce della foto da lei stessa postata: pascolo e degrado dovrebbero essere abolite per il mantenimento dei siti e la riqualificazione, no smantellamento e diniego degli studi altrui. Si parla del Mercati Saraceni solo come scenario di attività culturali o per sfondo di numerosi matrimoni, ma non si parla del sito, specie di quello che può nascondere al di sotto. Potremmo dibattere e confrontarci sullo stato di mantenimento, sul cattivo e grossolano restauro operato , ma non sulla sua veridicità, considerando i marinoti come millantatori solo per illudere i visitatori. Questo rappresenta il recupero del territorio? Si è parlato del sito sottostante del Tempio di Apollo Aleo? Riqualificazione e costruzione di strutture adatte per mantenere il nostro patrimonio; cancellazione degli scempi operati da coloro che non hanno il rispetto della nostra storia; insegnare ai nostri figli ciò che hanno costruito i nostri avi.
Mi aspetto questo da un politico, mi aspetto rispetto per coloro che cercano di mantenere viva la storia, per coloro che l’hanno vissuta e per coloro che l’hanno sentita raccontare.
In merito al vino Cirò credo che sia avvilente sentire parlare di produttori e consumatori come bugiardi ostentatori di una storia considerata leggenda.
30 giugno 2018 – Commento su Facebook della senatrice Margherita Corrado
Ora che abbiamo visto tutti le vacche pascolanti a Madonna di Mare e il loro abbeveratoio igienico-sanitario addossato ai Mercati Saraceni, ora che tutti ci siamo sdegnati per quello spettacolo obiettivamente indecoroso, guardiamo meglio la fotografia. Riflettendo sul contenuto del cerchio giallo, interroghiamoci sulla opportunità di addossare al perimetrale posteriore di un ramo dei vani voltati che costituiscono i mercati la centralina elettrica e i relativi cavi.
I Mercati Saraceni non sono affatto “il fantastico sito archeologico” di cui parla l’articolo di un blog locale da me postato qualche ora fa. E’ una bufala per creduloni e turisti, come quella del vino di Cirò (Krimisa) dato in dono agli atleti vincitori delle Olimpiadi. Baggianate! I Mercati sono invece una struttura ottocentesca quasi completamente ricostruita nella seconda metà del XX secolo.
Si tratta, tuttavia, di un monumento che si è conquistato un posto nella coscienza collettiva dei Cirotani, una testimonianza materiale della loro storia, quasi tutta recente poiché la Marina, dopo i ‘fasti’ della Alichia medievale, rimase deserta fin quasi alle soglie dell’età contemporanea. La suggestione del luogo è però tale che a chiunque ascolti la favola dei Mercati Saraceni piace credere che sia vera.
Anche per questa ragione, quelle costruzioni hanno una loro dignità e ad essa, a mio avviso, attenta sia la vasca da bagno al servizio delle vacche… sacre…di Madonna di Mare, sia l’impianto elettrico altrettanto ben visibile nella fotografia. Due diverse manifestazioni di mancanza di sensibilità che devono entrambe farci riflettere sul fragile equilibrio dei luoghi.
La leggenda è un tipo di racconto molto antico, come il mito e la fiaba, e fa parte del patrimonio culturale di tutti i popoli, appartiene alla tradizione orale e nella narrazione mescola il reale al meraviglioso. Avv. Mario Caruso
(Wikipedia docet)
quindi?……
http://www.cirol.it/g.brugnano
SUL TERRAZZO
Affacciato mi ero
sul terrazzo dei mercati saraceni.
Lo sguardo mio si perse
scrutando l’orizzonte.
Meravigliati, i miei occhi,
seguono il volo di un gabbiano,
che destreggia nell’immenso
cielo azzurro del Mar Ionio.
Quel mare che distrusse
il tempio di Apollo Aleo
e la gloriosa città di Krimisa.
Quel piccolo grande mare,
ricco di storia, di cultura
e di speranza.
Giacomo Brugnano – Copyright 18.10.2010
Più che porre l’attenzione sul dibattito tra le due professioniste, bisognerebbe PRETENDERE che qualcuno agisca realmente affichè il sito sia adeguatamente tutelato.
Ho vissuto per tanti anni a Cirò Marina, ma non mi era mai capitato di vedere degli animali al pascolo nei paraggi, anche perchè i cittadini tengono molto a questo luogo.
Per quanto riguarda la reale storia dei mercati saraceni volevo ringraziare la dott.ssa Corrado per la precisazione, ma a Cirò Marina lo sappiamo tutti che si tratta di una ricostruzione.
Altra precisazione che sento di fare, riguarda il vino.
La viticoltura in Calabria è praticata da millenni ed è tuttora una delle principali attività del territorio, esistono vari testi che documentano che il vino cirò era un dono ai partecipanti alle olimpiadi…
PS non siamo un popolo di ignoranti e creduloni!!!
non mi sembra che ci sia dibattito
c’è una professionista, va da sè rispettabilissima che dice cose non esatte e c’è un’altra professionista altrettanto rispettabile che dice cose esatte
non colgo nessun dibattito
Il colore politico su questa vicenda c’entra poco.Se la sen.Corrado tiene veramente a questo territorio da sempre mortificato da una politica sciatta a me sta bene cosi’.