Il corridoio che va da Suez a Gibilterra è tra i più trafficati al mondo. Esattamente al centro di questo corridoio si trova il porto di Gioia Tauro. Nato a supporto del progetto di un centro siderurgico mai concretizzato, ha visto modificare la sua vocazione verso quella di scalo commerciale, fino a diventare negli anni ’90 il principale porto mediterraneo di trashipment, ossia di trasbordo di merci da nave a nave.
Oggi è tra i più importanti al mondo, ma anche tra i più sottovalutati !
Molte navi provenienti dall’Oceano Atlantico trasferiscono le loro merci su cargo mediterranei proprio grazie alle modernissime infrastrutture del porto calabrese.
Per cinesi, egiziani, tedeschi e norvegesi Gioia Tauro è un punto chiave nella geografia economica del Mediterraneo, ma quanti italiani co-noscono storia, struttura, potenzialità di questo porto?
Ben pochi.
Oggi a Gioia Tauro, i containers arrivano con navi madri o navi gi-ramondo (così denominati perché non si fermano mai) vengono scaricati nei piazzali di sosta (di proprietà della Medcenter Container Terminal) per poi essere reimbarcati sulle navi Feeder (che sono navi di piccole dimensioni) per poter raggiungere la loro destinazione finale.
Nel 2007 Gioia Tauro è riuscito ad acquisire il ruolo di primo porto del Mediterraneo riuscendo a movimentare oltre 3,5 milioni di TEUS,questo risultato è stato raggiunto grazie anche alla sua posizione strategica.
Purtroppo,per una serie di situazioni congiunturali le prospettive del porto di Gioia Tauro non sono delle migliori ,le compagnie di navigazione MSC e Maersk Line,hanno escluso Gioia Tauro dal servizio AE6/Lion che collega l’Asia con il Nord Europa,a vantaggio del porto di La Spezia,
secondariamente perché nel 2018 con l’apertura del terminal di Vado Ligure, il porto ligure diventerà il primo porto italiano di transhipment : da Vado Ligure per raggiungere i ricchi mercati europei (francia, spagna, e germania) bastano solo un paio di ore , da Gioia Tauro invece, anche realizzando il terminal ferroviario, per raggiungere l’alta velocità ci vogliono all’incirca otto ore.
Il solo Trashipment oggi per Gioia Tauro non è più la sua ancora di salvezza senza una struttura logistica di completamento,la funzione portuale del transhipment è ampiamente garantita, non esiste però quella polifunzionalità in grado di renderlo competitivo con gli altri porti, ossia non esiste un adeguata struttura di logistica in grado di poter confezionare il prodotto finito.
A nostro avviso,oltre l’area ZES è quello di porsi come obiettivo pri-mario la realizzazione di un Terminal per il trasporto intermodale e la logistica. Realizzazione di capannoni (o utilizzare quelli già esistenti) per lo stoccaggiotemporaneo delle merci e lo smistamento dei carichi.
Ma urge soprattutto, aprire i contenitori, lavorare , manipolare la merce e farlaraggiungere al destinatario finale attraverso una rete di logistica integrata, offrendo tutta una serie di servizi intermedi in grado di poter garantire la mobilità selle merci stesse, ossia: il packing, il groupage, l’haldling, la conservazione dei prodotti reperibili, lo sdo-ganamento, le pratiche sanitari e fitopatologiche ecc…..
Divenire attrattivi con una Area Zes e puntare sulla logistica e sull’apertura dei containers, ciò comportebbe il pagamento dei dazi e l’iva esistenti sulle merci in loco, e di conseguenza la ricchezza prodotta verrebbe distribuita sul nostro territorio.
La stragrande maggioranza dei Containers che sbarcano a Gioia Tauro dai paesi extraeuropei, sono solo di passaggio, ossia transitano da Gioia tauro per altri porti italiani con un modello denominato T1 (transito comunitario), per poi essere sdoganati nei vari porti ed interporti del nord Italia ,per cui la vera ricchezza viene trasferita altrove.
Pertanto, a nostro avviso, oggi più che mai, diventa indispensabile che il Governo Nazionale predisponga un Piano nei confronti dell’Unione Europea, in grado di far pagare i dazi doganali in Calabria.
Si apre la sfida di Gioia Tauro, grande opera compiuta ma destinata a perire nelle sabbie mobili di un Sud abbandonato a se stesso o risorsa da potenziare per rilanciare economia, formazione, lavoro non solo al Sud ma nell’intero sistema-Paese.
Abbiamo ritenuto utile sottolineare questi aspetti,sicuri che il nostro Presidente attuerà tutte le politiche idonee ,affinchè il porto di Gioia Tauro non sia conosciuto da l’opinione pubblica solo come “Porto della Mafia”,ma che divenga in breve tempo la Stella del Mediterraneo,ruolo che spetta di diritto alla Calabria.
Si inverta la tendenza portata avanti in questi lunghi anni ,troppo bello e troppo efficiente, il porto andava in qualche modo frenato, a vantaggio di altri porti in altre regioni.
E’ quanto afferma la Dott.ssa Innocenza Giannuzzi, Presidente del Consorzio Blu Calabria 37.