Un modello da imitare, per approccio clinico, modelli operativi, organizzazione, tecnologia e ricerca. Nuovi ulteriori segnali di apprezzamento e di stima arrivano all’Istituto S. Anna di Crotone dalla comunità scientifica nazionale. L’Istituto, infatti, è stato protagonista ad Ascoli Piceno nel sedicesimo Congresso nazionale della Società italiana di riabilitazione neurologica, nel corso del quale gli specialisti della Casa di cura crotonese hanno presentato (unici tra i presenti) ben quattro lavori scientifici relativi ai risultati delle ricerche e delle soluzioni tecnologiche sviluppate negli ultimi cinque anni per la cura dei pazienti con esiti di gravi cerebrolesioni acquisite. L’esito del Congresso è stato illustrato in una conferenza stampa alla quale hanno preso parte l’Amministratore unico dell’Istituto Giovanni Pugliese, il suo direttore scientifico Giuliano Dolce e l’ingegnere dell’Area Ricerca del S. Anna Loris Pignolo. “La sanità calabrese – ha affermato Pugliese – sale agli onori nazionali per situazioni positive. Ed è motivo di grande orgoglio per noi ricevere proposte di collaborazione da ogni parte d’Italia”. La situazione, però, “è un po’ contraddittoria, perché mentre da una parte la società scientifica ci riconosce come punto di riferimento europeo, dall’altra parte la nostra regione non ci riconosce questo ruolo, e riduce il nostro budget”.
Particolare consenso tra gli addetti ai lavori ad Ascoli ha suscitato il progetto “Oberon”, il modello di assistenza a domicilio di pazienti in stato vegetativo e di minima coscienza sviluppato e messo a regime in Calabria da quattro anni in collaborazione con l’Asp di Crotone e con la Regione Calabria. I maggiori esperti italiani del settore hanno considerato questo progetto come possibile modello da esportare nelle altre regioni italiane. È stato presentato anche il progetto “Osram”, che mira alla sperimentazione di un nuovo approccio metodologico per la riabilitazione neurologica di pazienti con esiti di ictus. Sono stati illustrati, inoltre, i risultati ottenuti dall’utilizzo del robot “Aramis”, unico al mondo per la riabilitazione dell’arto superiore di pazienti emiplegici, e realizzato interamente all’interno dell’area ricerca del S. Anna. Infine è stato presentato un protocollo di studio sperimentale che prevede l’utilizzo della terapia robotica bilaterale dell’arto superiore in pazienti con ictus regresso ad almeno un anno dall’evento.