Ideata nel 2011, oramai manifestazione e appuntamento estivo che compone il cartellone degli eventi, divenuto negli anni sempre più seguito, “Metamorfosi” quest’anno ha visto nella sua serata clou del 24 scorso, la presenza del magistrato calabrese Nicola Gratteri (Procuratore Aggiunto presso la Pr ocura della Repubblica di Reggio Calabria). Ideata nel 2011 da Fabio Antonio Siena e Luigi Francesco Marinello ai quali si sono subito aggiunti altri giovani, Giuseppe Sasso, Marco Parrilla e Francesco Esposito, quest’anno il festival d’arte, musica e cultura “Metamorfosi”, è stato organizzato con il supporto dell’assessore Leonardo Gentile, coordinatore della ricca stagione stiva e dell’Amministrazione Comunale presente all’evento con lo stesso Sindaco, Roberto Siciliani. Il 24 agosto scorso, come dicevamo, a fare da primo attore Nicola Gratteri, ma la sua non è stata una recita, bensì un freddo evidenziare le discrasie della giustizia stessa, un denunciare senza enfasi il malaffare, la pericolosità dei vari gruppi criminali, “che oggi non portano più la coppola” o le armi in pugno, ma demandano, condizionano con le mille strade che la burocrazia lenta, volutamente distratta e malata gli permette, intercettano per interposta persona, soprattutto la Politica che governa con il voto di scambio.
Un intreccio e un malaffare che spesso trova sponda anche fra la stessa magistratura come dicevamo e non solo, anche alcuni funzionari o semplici preposti delle forze dell’ordine che se anche non coinvolti direttamente, spesso scoraggiano lo stesso accusatore o estorto dal denunciare. Sì, lo ha ribadito con forza, l’unica soluzione è denunciare sempre, “ma attenti a che si presenta la denuncia, a sapere scegliere l’interlocutore ”. Affidatevi a chi oltre che con l’autorità, dimostra con i comportamenti di potere sostenere la vostra difesa. Tutta una serie di domande e risposte poste dai ragazzi di Metamorfosi contenute fra l’altro nel suo ultimo lavoro letterario che sta presentando in giro per la Calabria e non solo, contenute nel libro, “Oro Bianco”. Un libro con il quale spiega, numeri alla mano, l’escalation della ndrangheta, il dominio degli stupefacenti, cocaina in primis. Il libro, frutto della collaborazione con Antonio Nicaso, storico delle organizzazioni criminali di fama mondiale, segue “Fratelli di sangue”, “La malapianta” e “Acqua santissima” pubblicati nella collezione “Strade Blu” di Mondadori.
Tra le pagine si ripercorrono le rotte internazionali del narcotraffico di cocaina; i legami che intercorrono tra le cosche della ‘Ndrangheta e sodalizi criminali, gruppi paramilitari e frange corrotte dei governi nazionali di Colombia, Venezuela, Messico, nonché gli intrecci con gli attori istituzionali del mercato occidentale; i sempre più raffinati artifici utilizzati per il riciclaggio e il reinvestimento di proventi milionari che avvelenano l’economia legale. Il lavoro, frutto di una importante attività di ricerca, si è avvalso sia dell’esperienza professionale degli autori che dell’apporto delle forze di polizia italiana e straniere, e fornisce una lucida e particolareggiata analisi delle linee di trasformazione del fenomeno criminale mafioso. Un piazza Diaz gremita come nelle migliori occasioni mondane, tutti attenti a cogliere nelle parole del magistrato un messaggio, una strada certa di legalità, giustizia, libertà di vivere.
Ha toccato durante il suo intervento, con esempi semplici ma concreti e “visibili” tutti i giorni, le diverse facce della criminalità, ma ha anche affermato con forza che solo una reale “rivoluzione…democratica” che veda coinvolti tutti, potrà cambiare le cose. E’ stata anche la serata della presentazione del libro “I perduti tasselli della felicità”, della giovane di Cirò, Giusy Aloisio, che ha presentato il suo primo romanzo in cui narra, “con molta sofferenza” le travagliate vicende di una sedicenne in cerca della sua strada dentro un piccolo paese. La mostra fotografica e pittorica degli artisti Valentina Pirillo, Vincenzo Iuzzolini, Antonio Perfetti e Fabiana De Franco, ha fatto da cornice alla serata, ravvivata dalla musica dal vivo della pianista Rosangela Flotta e, dulcis in fundo, per palati fini, la band di Angelo Amoruso, accompagnato al sassofono da Giuseppe Tavernese, che hanno tenuto i presenti incollati alla sedie fino a tarda notte.
Questo dimostra che la popolazione non è catalogabile sotto un’unica etichetta. Se è vero che ci sono persone che idolatrano i delinquenti, è altrettanto vero che ci sono persone che sanno distinguere quali sono i modelli a cui fare riferimento. Complimenti agli organizzatori dell’evento.