Erano le 9.30 circa del 11 febbraio, quando una donna ben vestiva suonava ad una gioielleria di Strongoli Marina per farsi aprire la porta di accesso. La proprietaria dell’esercizio commerciale, dopo avere fatto entrare la sconosciuta, veniva travolta da due uomini a volto coperto che, complici della prima, una volta entrati immobilizzavano la vittima, legandole con del nastro adesivo mani e piedi, maltrattandola e minacciandola con un taglierino. I tre malviventi asportavano quanti più gioielli potevano, occultando la refurtiva all’interno di una sacca, portando via anche l’hard disk dell’impianto di videosorveglianza; tuttavia, la fuga dei malfattori veniva ostacolata dall’intervento del fratello della vittima, che, dall’esterno, provvedeva a chiudere la porta della gioielleria nel tentativo di bloccare rapinatori, i quali, però, riuscivano a reperire l’altra copia delle chiavi della porta, ad aprire la serratura dall’interno e a darsi alla fuga.
LA RICERCA – Scattava così l’allarme alle Sale Operative delle Forze di Polizia che, nel giro di pochi istanti, facevano convergere numerose pattuglie dei Carabinieri e della Questura; scattava così un piano coordinato di ricerca dei fuggitivi, con l’impiego di ben due elicotteri (uno della Polizia di Stato, l’altro dei Carabinieri) dello Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori e di numerosi equipaggi che rastrellavano non solo le zone limitrofe, ma anche le campagne circostanti.
GLI ARRESTATI – In tale frangente venivano avvistati due soggetti che si davano alla fuga dalla gioielleria verso l’entroterra; l’immediato inseguimento dei due da parte delle pattuglie di Polizia di Stato e Carabinieri portava a bloccare M.L., classe 75 di Strongoli, con precedenti di polizia, mentre l’altro individuo riusciva a dileguarsi nelle impervie campagne circostanti. Poco dopo, sempre durante le ricerche, veniva rintracciata, nascosta in luogo non distante la gioielleria la romena P.M., classe 84, che presentava alcune escoriazioni. Inoltre, posto che alcuni testimoni avevano visto allontanarsi rapidamente dalla scena del crimine una Fiat 600 di colore nero, venivano immediatamente avviate le ricerche di tale mezzo, che veniva rintracciato a Cirò Marina, presso l’abitazione di A.M., classe 84, con precedenti di polizia, amico del primo. Gli ulteriori accertamenti consentivano di individuare con certezza, quali complici di quest’ultimo proprio la rumena ed il giovane di Cirò Marina; sulla scorta di tali risultanze i tre sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto dai Poliziotti e dai Carabinieri che hanno proceduto alle indagini e messi a disposizione del P.M. di turno dr. Gaetano Bono, che coordina le attività investigative.